ORTODONZIA

Dentista a Roma nel quartiere Appio Latino, zona Alberone dal 1980

ORTODONZIA

La diagnosi, la prevenzione e la correzione dei difetti di sviluppo, della posizione e dell’allineamento dei denti per ragioni funzionali ed estetiche sono competenze dell’ortodonzia. In particolari casi, per ottenere migliori risultati, il trattamento potrebbe prevedere anche estrazioni dentarie.

Pazienti d’elezione dell’ortodonzia sono bambini e adolescenti, ma, con la diffusione di una maggiore cultura ortodontica, sempre più adulti sono divenuti consapevoli che la posizione dei denti non influisce soltanto sull’estetica, ma soprattutto sulla salute.
Problemi masticatori, usura dentaria, ma anche forme di cefalea e addirittura problemi posturali possono infatti essere ricondotti a problemi di malocclusione, cioè a una errata “chiusura” della bocca.

L'ortodonzia è quella branca dell'odontoiatria che si occupa di raddrizzare i denti storti, e fare ordine in dentature troppo affollate e malposizionate.

L'ortodonzia non è da confondersi con l'ortognatodonzia la quale non si limita alle manipolazioni dei denti ma va oltre, occupandosi anche delle malformazioni delle ossa mascellari e delle ripercussioni che tali irregolarità hanno sull'aspetto del viso e sull'efficacia di funzioni quali la respirazione, la masticazione e la fonazione.

La pratica ortodontica consiste sostanzialmente in due tipi di terapia che molto spesso sono consequenziali.

TERAPIA CHIRURGICA

si attua estraendo quei denti che ostacolano l'allineamento e l'articolazione degli altri o la corretta posizione dento-facciale.

TERAPIA MECCANICA

si attua mediante la costruzione di diversi tipi di apparecchi che potremo suddividere in:

  • Apparecchi attivi: agiscono direttamente con la loro forza quando viene attivata (es. apparecchi con viti, archi, molle ecc.)
  • Apparecchi passivi: sfruttano le forze masticatorie essendo di per sé inattivi (es. placca vestibolare, piano inclinato, ecc.)

Principali componenti biomeccaniche

  • Forza: viene applicata per ottenere il risultato diagnosticato, è opportuno dosarla adeguatamente per evitare di causare errori che potrebbero risultare irreparabili. Quando si ha il tempo necessario è preferibile quindi applicare forze di poca intensità (spesso per ragioni di tempo si verifica il contrario).
  • Pressione: essa viene esercitata sui tessuti orali mediante la suddetta componente (forza), alla quale è quindi strettamente collegata; il risultato è dato dal riassorbimento del tessuto alveolare e conseguente opposizione ossea (spostamento del dente nella direzione voluta).
  • Ancoraggio: è la resistenza opposta alle forze dinamiche orizzontali, interessa un buon numero di denti in quanto gli elementi di ancoraggio devono sempre essere di gran lunga superiori agli elementi sotto pressione (rapporto minimo di 2 a 1 ma all'atto pratico questo difficilmente si verifica).
  • Ritenzione: è la resistenza opposta alle forze dinamiche verticali; essa si avvale in particolar modo dei sottosquadri, soprattutto quelli prossimali.

Le tre classi dentali

La cura delle dismorfosi facciali ha radici molto antiche, basti pensare al tentativo di correggere la ipermandibulia (III Classe scheletrica) della famiglia regnante degli Asburgo. Ma è solo agli inizi del Novecento che negli USA si classifica il problema con senso critico e scientifico; infatti è con Edward Angle, che, in base alla posizione relativa dei primi molari permanenti (superiori e inferiori), si distinguono le malocclusioni in tre classi.

  • La I Classe dentale è la più rappresentata nella popolazione nord-europea: il molare superiore (cuspide mesio-vestibolare) occlude nel solco tra la cuspide mesiale e centrale del primo molare inferiore > il canino superiore si incastra dal lato vestibolare tra canino e premolare inferiore.
  • La II Classe dentale è la più rappresentata nella popolazione indoeuropea dove il baricentro del corpo sta davanti e la mandibola cresce e si sviluppa in posizione distale rispetto al cranio> pertanto il molare superiore (cuspide mesio-vestibolare) si incastra tra le creste marginali di secondo premolare e primo molare inferiore.
  • La III Classe dentale (Asburgo) si riscontra prevalentemente nei gruppi umani di origini asiatiche con diverse tipologie e sono associazioni di ipersviluppo mandibolare e iposviluppo mascellare con varie gradazioni di crescita: il molare superiore (cuspide mesio-vestibolare) occlude dopo il solco distale del molare inferiore.

Questa è solo una classificazione clinica, ma esistono miliardi di possibili variazioni nella popolazione mondiale.

Componenti della pratica ortodontica

  • Modelli ortodontici: ne vengono sviluppati almeno un paio (costruzione e controllo) e possono essere conservati in apposite scatole per rappresentare i diversi stadi in trattamenti ortodontici di una certa durata.
  • Ritentori: sono quei tipi di ganci che di solito in ortodonzia hanno il compito di tenere ancorata la placchetta in resina.